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In questo articolo
esaminiamo l'opera di S. Carnot Réflexions sur la Puissance
Motrice du Feu (in seguito Réflexions) per mettere in luce
come nasce il suo rapporto fisica-matematica. In primis poniamo il quadro
storico-scientifico che fu di riferimento per il lavoro di Sadi Carnot;
successivamente analizziamo i motivi per i quali S. Carnot fece uso di
una matematica "elementare" rispetto all'analisi infinitesimale
del suo tempo, nonostante egli la conoscesse bene.
In un precedente lavoro abbiamo trovato un metodo che ci ha permesso di
dimostrare che Sadi Carnot ha espresso la parte sostanziale della sua
teoria mediante frasi doppiamente negate (FDN appartenenti alla logica
non classica, perché esse non possono essere eguagliate alle corrispondenti
frasi affermative); di esse riporteremo quelle che si riferiscono al rapporto
fisica-matematica.
Gli studi interpretativi della nascita della termodinamica in S. Carnot
hanno portato uno di noi a ipotizzare, in un recente lavoro, che questa
teoria solo apparentemente ha rinunciato alla matematica: essa abbandona
la matematica dominante, ma per la ricerca di un nuovo rapporto fisica-matematica,
dove la matematica è a livelli più semplici, perché
solamente operativi; e quindi effettivi e in collegamento, attraverso
il padre Lazare, alla matematica elementare della tradizione del principio
dei lavori virtuali; la quale può essere vista come anticipazione
di una moderna matematica meno potente della matematica tradizionale,
la matematica costruttiva; il che ci dà uno strumento preciso di
interpretazione e ricostruzione della parte matematica delle Réflexions.
Infatti, qui mostreremo che la nozione di reversibilità ha un senso
preciso solo in questa matematica; e che Sadi Carnot nella famosa nota
matematica che calcolava tentativamente il rendimento di una macchina
termica, applicò il metodo sintetico col quale il padre Lazare
aveva interpretato la capacità innovativa dell'analisi infinitesimale,
in termini costruttivi. Il suo risultato così risulta esatto anche
se ricavato nella teoria del calorico e con la sua formula della trasformazione
adiabatica interamente basata sul concetto di rendimento del ciclo; in
quanto rappresenta lo sviluppo naturale dell'opera di S. Carnot, indipendentemente
dalla natura del calore. Infine reinterpretiamo secondo questa matematica
la parte centrale del successivo scritto di Reech (1853).
Drago A. e Pisano
R: "La
novità del rapporto fisica-matematica nelle Réflexions
sur la Puissance Motrice du Feu di Sadi Carnot", 2002,
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