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Revisione di un testo di Fisica per le scuole medie di secondogrado,
2003, pre-print
Transl: historical-critical edition: 1865. Paul de St Robert (Ballada)
Principes de Thermodynamique,
pre-print
Si tratta di una edizione storico-critica del libro di storia della meccanica di J.J. Lagrange: Mécanique analitique, Desaint, Paris, 1788. Lagrange non è stato il primo a scrivere di storia della meccanica, meccanica che egli aveva elaborato con passione e che sin da giovane lo aveva consacrato alla gloria. Ma quella dello scienziato torinese è una delle più importanti che mai sia stata scritta, sia per i suoi pregi, sia per l'influenza che ha avuto sulla storiografia successiva. Un secolo dopo, Mach gli riprende il disegno fondazionale della storia della meccanica, amplia molto la trattazione e la continua nel tempo oltre la fine del settecento. |
Antonino
Drago: La riforma della dinamica
secondo G.W. Leibniz
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La
riforma della dinamica secondo G.W. Leibniz 144 pp., 17x24 |
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Per la prima volta viene offerta la
traduzione in italiano di un gruppo molto significativo di studi di Leibniz
sulla meccanica, da lui scritti dopo il 1690; essi comprendono in maniera
essenziale la sua polemica con i cartesiani che diverrà nota come la polemica
della vis viva e che farà discutere per un secolo i massimi teorici della
fisica. Gli scritti sono stati accuratamente commentati (e in parte ridotti), in
modo da renderli per la prima volta facilmente comprensibili ad un lettore di
cultura media; inoltre sono state inserite tra parentesi quadre le semplici
formule matematiche che traducono i concetti leibniziani, in modo da assicurare
la piena comprensione dei testi anche a coloro che preferiscono il linguaggio
formale. Questi testi sono sufficienti per chiarire la polemica della vis viva
e, cosa ancor più importante, per ricostruire la "Riforma della
dinamica" di Leibniz. Al contrario di come la giudicò B. Russell ("un
cumulo di confusione"), essa risulta una teoria coerente, ancorché
incompleta. Essa può essere considerata come l'inizio sostanzioso di una
rifondazione della meccanica, completamente alternativa a quella di Newton. Data
la enorme influenza avuta da Newton per i suoi grandi successi, essa poi è
stata trascurata o equivocata con un atteggiamento ostinatamente metafisico di
Leibniz - esattamente il contrario dell'atteggiamento qui manifestato da Leibniz.
La alternativa della sua meccanica riguarda non solo la diversa concezione dei
concetti di spazio e tempo, ma anche i concetti fondanti - l'energia invece che
la forza -, l'esclusione dell'analisi infinitesimale dai fondamenti della
teoria, la organizzazione basata su un problema invece che su dei principi
assiomi. Di straordinaria importanza la sua maniera di ragionare per la prima
volta per simmetrie in fisica teorica, cioè secondo trasformazioni sul sistema
in esame.
La sua meccanica però appare limitata dalla mancanza della formula del
principio dei lavori virtuali, data da J. Bernoulli solo dopo la morte di
Leibniz. Il compimento del programma di Leibniz sulla meccanica è avvenuto
quasi un secolo dopo con la teoria di Lazare Carnot (1783), la quale è stata
riscoperta nel 1971 ed è stata rivalutata in questi ultimi anni. In più, i
testi di Leibniz risultano adatti ad una proposta didattica innovativa; per la
prima volta essi propongono un preciso e importante argomento di studio sia agli
insegnanti di Fisica che agli insegnanti di Filosofia delle scuole Superiori;
attraverso di esso questi insegnanti possono ricostituire quel legame tra le due
materie che oggigiorno è spezzato. L'insegnante di Fisica può comprendere le
assunzioni filosofiche che stanno alla base della meccanica di Leibniz e per
contrasto, quelle di Newton; mentre l'insegnante di Filosofia può comprendere
quali concetti fondamentali della Fisica danno una precisa alternativa alla
scienza che ha dominato per tre secoli.
2003,
Antonino Drago
Danilo
Capecchi: Storia del Principio dei Lavori Virtuali. La meccanica alternativa.
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In questo libro si traccia la storia del Principio dei Lavori Virtuali nell'età moderna, nei secoli XVIII e
XIX, dopo la sua formulazione nel linguaggio del Calcolo da parte di Johann
Bernoulli, nel 1717. Non si tratta di un libro di sola natura didattica perché è frutto di una ricerca dei lavori principali dei protagonisti e di una loro elaborazione critica: può essere letto, da chiunque sia interessato alla storia della meccanica.
Due capitoli sono preliminari alla storia del PLV dei secoli XVIII e XIX. Si tratta di una introduzione che riporta una storia del principio dalle origini greche ad oggi e di un capitolo sul suo stato logico. Concludono tre appendici: La dimostrazione del PLV di Lagrange (1811), un testo di Bernoulli sui concetti di forza morta e forza viva (1724), le biografia dei protagonisti.
Danilo Capecchi
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